Mendelssohn: Concerto in mi minore per violino e orchestra op.64







Mendelssohn compose questo Concerto nel 1844, non era la prima esperienza del genere in quanto aveva già scritto un Concerto per violino e orchestra di soli archi nel 1822 (aveva soli tredici anni) e un altro Concerto doppio per pianoforte e violino nel 1823. La nascita del Concerto in mi minore è legata al grande violinista Faerdinand David  (1810 - 1873) che nel 1835 Mendelssohn, direttore d'orchestra al Gewandhaus di Lipsia, aveva fatto assumere come primo violino solista in quell'orchestra, una delle prime d'Europa. Il virtuoso violinista era consapevole delle difficoltà (arpeggi, trilli, doppie corde, ecc.) della parte del violino perché Mendelssohn l'aveva associato, come consigliere tecnico, alla sua elaborazione.
.L'opera fu eseguita la prima volta il 15 marzo 1845 al Gewandhaus di Lipsia..
Nel primo tempo (Allegro molto appassionato), il compito di estendere l'atmosfera appassionata del primo tema è affidato ad un'idea di collegamento: lo sviluppo del tema principale e del motivo secondario porta ad una cadenza che si fonde nel movimento, che si conclude con una brillante variazione del motivo secondario.
Tra i tocchi delicati, è quella la nota tenuta dal fagotto solo che lega il primo tempo al secondo (Andante).
E' forse la più bella pagina della partitura, quella in cui si ritrova il Mendekssohn delle Romanze senza parole per pianoforte, appassionato con ritegno, che controlla i suoi effetti rinunciando ad ogni pathos romantico.
Con lo sviluppo dell'ultimo movimento (Allegro molto vivace) riappare la melodia iniziale la cui linea melodica è oggetto di variazioni affidate al solista durante la coda.

Paganini dedicò a David una delle sue pagine di più spericolato virtuosismo, il Moto perpetuo.